lunedì 5 marzo 2012

Ed eccomi di nuovo qui. Sto ancora leggendo la "Principessa" e per quanto riguarda la trama non ho molto da dire perché non sono andata tanto avanti con la lettura. L'unica cosa importante accaduta è che il duca di Nemours è ormai consapevole dei sentimenti che la principessa di Clèves nutre per lui, nonostante l'impegno profuso per non lasciarli trasparire. A questo punto abbiamo due persone innamorate l'una dell'altro, consapevoli dei sentimenti reciproci, ma impossibilitati a vivere l'amore che provano, perché lei è sposata e il divorzio ancora non è stato inventato... Quando ci penso, mi dispiace veramente per loro! Mi ritengo una persona romantica e storie come questa non mi lasciano indifferente - anche se l'amore tra i due personaggi sembra basarsi quasi esclusivamente sul trovarsi molto attraenti a vicenda... Se potessero stare insieme, di cosa parlerebbero? Cosa farebbero insieme, oltre a partecipare a tutti gli eventi mondani imposti dalla società? Infatti, in un'epoca in cui non esistevano televisore, radio o computer, la gente bene si intratteneva con frequenti serate danzanti, battute di caccia, feste in maschera, visite agli "amici", ed era un comportamento talmente radicato nel loro modo di pensare che a mancare a qualcuno di questi appuntamenti subito partivano le chiacchiere. La principessa, per esempio, vorrebbe smettere di frequentare la corte per evitare di incontrare Nemours, ma Madame de La Fayette ci dice proprio che lei "non poteva farlo". Possiamo così osservare una società intenta a divertirsi quasi per dovere, in cui non ci si poteva riservare cinque minuti per sé senza destare sospetti. Mi viene l'ansia solo a pensarci!
Vorrei condividere con voi le mie impressioni anche su altri aspetti del libro. Tanto per cominciare, Madame de La Fayette non descrive affatto i luoghi in cui si sviluppa la storia, né i vestiti indossati dai protagonisti o le loro sensazioni in risposta all'ambiente che li circonda. Naturalmente, non aveva bisogno di farlo: scriveva rivolgendosi a un pubblico perfettamente in grado di immaginarsi tutto da solo per esperienza diretta (o almeno, suppongo). Per me, però, sarebbe utile avere dei dettagli in più - dettagli che probabilmente troverei se il libro fosse stato scritto da un mio contemporaneo, perché per l'autore sarebbe forse spontaneo offrire tutti quei riferimenti utili sia a lui sia a noi per immergerci nell'atmosfera della storia, ma dati per scontati da chi viveva all'epoca dei fatti narrati o giù di lì.
La mia attenzione è stata catturata anche dal fatto che Madame de La Fayette non approfondisce molto il carattere dei personaggi - prima fra tutti la protagonista, che sembra priva di difetti - ma illustra egregiamente i conflitti interiori scaturiti dal ritrovarsi in situazioni delicate. L'altra volta vi avevo raccontato di come Sancerre si disperasse, preso dal vortice dell'odio e dell'amore per la donna amata. Stavolta, invece, è la principessa a ritrovarsi preda delle proprie emozioni: ora che sua madre, sua guida e maestra, è morta, la principessa appare indifesa e ancora inesperta. Ha solo sedici anni, ma deve comportarsi come una donna adulta, e con tutto che all'epoca a quell'età si diventava già madri, secondo me si era comunque troppo giovani per aver fatto quelle esperienze necessarie a sapere come destreggiarsi nella vita. Così, ogni volta che la principessa incontra il duca di Nemours, dentro di lei si scatena una lotta silenziosa, perché vorrebbe fargli sapere cosa prova, ma sa di non poterlo fare, e vede come lui la guarda, sente come lui le parla, e vorrebbe rispondere, far capire di aver capito, ma si sente anche in collera con lui perché non dovrebbe permettersi di rivolgersi a lei in quel modo, e così ciò che le dà gioia le provoca anche rabbia e confusione. Questo caleidoscopio di sentimenti è descritto molto bene, ed è così naturale, così umano che chiunque ci si può ritrovare. Sono convinta che siano proprio queste sensazioni contrastanti e sovrastanti a costituire il punto di contatto tra noi e un mondo così diverso e distante.

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